È al terzo ed ultimo anno di corso presso la scuola d‘arte cinematografica Gian Maria Volonté, dove con dedizione ed impegno sta affinando le sue doti artistiche, doti che già saltano all’occhio: in 'Anni da Cane' diretto da Fabio Mollo, in uscita questi giorni su Amazon Prime, compare come coprotagonista nel ruolo di Giulio.
Luca compare anche, con una parte più piccola, nel film di Stefano Mordini 'La scuola cattolica'.
Finché due anni fa non feci il provino alla scuola di recitazione Gian Maria Volonté, si stava concretizzando tutto, vedevo che si poteva fare! Una persona ha bisogno di sicurezze, serve qualcuno che ti rassicura che ti dice che stai facendo bene. Ora che sono alla Volonté so che posso farcela in questo ambito, che ne sono capace.
Fortunatamente sono un ragazzo molto determinato, sono molto vicino alla filosofia buddista essendo i miei genitori praticanti, è un aspetto che mi ha aiutato a superare questa delusione. Non persi tempo e allora andai fare il provino allo Stabile di Genova, mi dissero che mi avrebbero fatto sapere entro tre giorni. Passavano i giorni e non mi facevano sapere niente, mi spaventai, una notte mi misi davanti il Gohonzon a praticare la meditazione, Il giorno seguente ricevetti una telefonata per l’ammissione alla scuola di recitazione ma non da parte dello Stabile di Genova bensì dalla Volontè.
Il primo progetto a cui ho partecipato è stato un corto per la Volontè, poi una piccola parte nella 'Scuola cattolica'. Tra l’altro ho avuto il covid durante le riprese e non ho potuto recitare tutte le pose concordate quindi non è un lavoro a cui ho partecipato che sento davvero mio, ma è stato importantissimo come approccio su un vero set cinematografico. 'Anni da cane' è davvero il mio primo film, un progetto che sento mio!
Per il provino mi sono sentito subito comodo, il personaggio di Giulio lo sentivo mio, ero consapevole di quello che andavo a fare, aperto a consigli e a cambi di direzione sulle scelte che avevo fatto. La tranquillità che provavo mi ha permesso di superare con scioltezza i provini, superai entrambi i callback e fui scritturato. Per me è un segnale che sto andando bene. È la conferma che sono sulla buona strada. Mi è piaciuto molto anche la costruzione del personaggio, ho lavorato con la musica.
Io manifesto la mia forma d’arte nella recitazione, ma non mi sento solo un attore, non voglio chiudermi in questo ruolo, voglio essere aperto e cogliere tutte le sfumature di questo lavoro.
Col cast è stata un’esperienza stupenda, abbiamo creato subito un bellissimo rapporto, durante le prove siamo rimasti chiusi per un paio di settimane dentro un hotel, a causa della pandemia, ciò ha rinforzato il nostro legame, in particolare con Isabella Mottinelli e Aurora Giovinazzo.
Ai fini del film l’empatia che si era creta tra noi è stata importantissima, eravamo una famiglia, ci sentivamo stimolati!
Si mi trovi d’accordo, amo i film in sala! Mi rendo conto però che ci sono delle esigenze di mercato che vertono verso una certa direzione. Stiamo affrontando una pandemia mondiale, lo sviluppo di piattaforme streaming è necessario per le persone che non possono o non vogliono riversarsi nei luoghi al chiuso.
Molti mi dicono che ricordo Elio Germano, che trovo un grande. A chi mi ispiro? Sinceramente non lo so, ne stimo molti. Magari oggi mi ispiro ad un attore domani ad un altro; di recente ho visto un film francese del 2018, 'Shéhérazade', ambientato a Marsiglia e c’era questo attore, appena uscito di galera, preso dalla strada che mi ha colpito. Non posso dire d’ispirarmi a lui, ma è per dire che in base al mio stato d’animo faccio mia o semplicemente colgo delle sfumature di attori che ho osservato in quel determinato momento.
Però generalmente non mi ispiro a nessun attore, sono molto labile non ho un punto fermo su questo. Questa è una mia particolarità. Mi ritrovo a cercare moltissime cose funzionali per me, in tutto. Sicuramente cerco di guardare le cose da ogni prospettiva.
Mi piace tutto, la musica, montare, creare i selftape, ovvero una sorta di provini realizzati da solo…questo è un discorso davvero grande. Molti attori non li amano particolarmente, neanche io in realtà, preferiscono la pressione che si respira nel casting in presenza. Ma anche nel selftape sono riuscito a cogliere degli aspetti positivi, ad ottimizzarli. Ti misuri con te stesso, prima di inviarli alla produzione devi essere consapevole di aver fatto un buon lavoro.
Nel realizzarli affini anche le tue doti da filmmakers, capisci come impostare le inquadrature se fare dei piani sequenza e spesso nel realizzarli coinvolgo anche i miei amici. Puoi capire che persona sei, se stai rispettando il personaggio da provinare, se segui le line guida, scopri la tua consapevolezza, e quanto di tuo metti nel personaggio.
Dipende quanto dialogo c’è con il regista, con lo sceneggiatore. Sicuramente se c’è, uscirà una cosa che andrà bene per entrambi. Se il dialogo non c’è la cosa si complica e devi cercare di “salvarti”, comunque il film si fa tutti insieme e tutti siamo al servizio del film, del risultato finale.
Il cinema ha vari aspetti e funzioni in base a chi lo vede. Può essere politico, dare una speranza, può solo essere un mezzo per farti vedere realtà al di fuori di te o lanciare un messaggio di rinascita. Il suo scopo può solo essere puri appagamento visivo o essere un mezzo di condivisione per lo spettatore che si riconosce nelle stesse tue emozioni. Fare un film, scrivere un libro, l’arte in generale è una medicina o un veleno e chi ne usufruisce sceglie cosa può essere per lui. L’arte da’ queste emozioni, una sceneggiatura, un quadro, sta a te aprirti verso l’arte e ricavarne qualcosa sia positivo che negativo.
Compaio poco nel film, erano programmate sei pose ma a causa del covid sono scese a tre se non due. Mi presentai per il provino di Gioacchino Rummo ma poi sono stato scelto per fare Ezechiele il fratello. Stefano Mordini, il regista, ha voluto comunque mettermi alla prova. Questa esperienza mi ha dato tantissimo, il film tratta della strage del Circeo, un tema ancora molto delicato a distanza di anni, tanto che alcune scene, con mio dispiacere, sono state censurate.
Già nella fase del provino cerco di diventare un tutt’uno col personaggio, cerco sempre di capirlo di incarnarlo, mi piace cercare di comportarmi anche nella vita vera come si potrebbe comportare lui, lo seguo anche esteticamente. Bisogna essere il più professionali possibili quando ci si cala così profondamente nella parte, devi cercare di non farti sopraffare dal personaggio.
Voglio capire lo sguardo degli altri e soprattutto la reazione che ne deriva, tutto quello che mi accade intorno si proietta per forza nella ricerca del personaggio, nel lavoro che faccio.
Per ora sto facendo dei provini, mi sto formando, ho ancora un anno da svolgere alla Volontè. Stiamo lavorando ad un progetto audiovisivo con la mia classe. Voglio mettere in pratica quello che sto imparando con lo studio.